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Cloud ALI-Voci d’Italia

“Cloud ALI-Voci d’Italia”: un progetto di atlante collaborativo delle lingue locali in Italia,  promosso da una piccola startup di Trento (Cross Library), dall'Atlante linguistico italiano (Università di Torino), e dall'Istituto di linguistica computazionale del CNR di Pisa.

Ugo Pellis, linguista e fotografo, fu protagonista di un'impresa epica: tra la prima e la seconda guerra mondiale viaggiò per quasi vent’anni per tutta l’Italia per “registrare” con carta e penna le lingue locali, arrivando in posti sperduti, da Erto a Urzulei a Corleone. Conobbe migliaia di donne e uomini, fotografò i loro visi e i luoghi in cui vivevano, trascrisse le loro parole, le storie e i modi di vivere.  A questa idea si ispira “Cloud ALI”. Ne parliamo con Claudia Soria, dell’Istituto di Linguistica Computazionale del CNR di Pisa, che, insieme a  Andrea Bolioli e Matteo Rivoira, è una delle promotrici del progetto.

Con “Cloud ALI – Voci d’Italia” vogliamo creare un atlante 3.0 delle lingue locali, cioè una digital library collaborativa contenente parole e espressioni delle diverse lingue locali, trascrizioni fonetiche, contenuti audio e video, carte geografiche per la localizzazione dei contenuti. Oltre alle lingue locali, l’atlante conterrà parole ed espressioni in italiano e in inglese, per consentirne l’uso nazionale e internazionale. Sarà perciò una piattaforma per la condivisione di inchieste linguistiche testuali e audiovisive, la georeferenziazione dei contenuti, la validazione degli esperti, la visualizzazione e l’esplorazione delle carte linguistiche.

A chi è rivolto il progetto?
Il patrimonio linguistico in Italia è uno dei più ricchi e diversificati in Europa e oggi, a dispetto dell'uniformazione linguistica in atto da oltre mezzo secolo, sono proprio le ultime generazioni, quelle maggiormente digitalizzate e connesse, a sentire l'esigenza di tutelare e riapprendere le proprie origini linguistiche. A tale scopo vogliamo realizzare uno strumento innovativo da affidare proprio ai più giovani affinché portino avanti un progetto open-source di registrazione e documentazione della diversità linguistica in Italia.

Come pensa possa essere accolto un progetto del genere dalle giovani generazioni?
Questo è un momento storico critico, perché la generazione che usa il web e i social media secondo noi è anche quella che è maggiormente sensibile al problema ed è ancora in grado di recuperare gran parte di quel patrimonio linguistico e culturale.

Chi sarà coinvolto nella raccolta dei contenuti da inserire?
Il lavoro di raccolta e organizzazione dei contenuti verrà realizzato in collaborazione da utenti volontari, enti, associazioni, aziende, studenti, insegnanti, con la supervisione scientifica dell’università e di centri di ricerca.

Ci sembra un progetto molto ambizioso
Lo è. Noi vogliamo creare una rete di tutte le comunità legate a una lingua locale, per condividere una piattaforma comune, mettere in comune le risorse linguistiche esistenti, crearne di nuove in modalità aperta e collaborativa. Oggi l’impresa di Ugo Pellis può essere idealmente realizzata in modo collaborativo, con un progetto che usi le tecnologie digitali in modalità aperta, facendo emergere la rete molto vasta delle persone e degli enti interessati alle lingue locali. 

Visita il sito web del progetto: www.cloudali.org

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